Senza alzare il volto dalle pagine del libro, aperto sulla sua grande scrivania ingombra, l’uomo disse:

«cosa vuoi?».

Non sapendo bene cosa rispondere, il viandante disse «non so… niente, suppongo. Non mi aspettavo di trovarmi in una biblioteca, né, soprattutto, di trovare qualcuno tra queste rovine cosí vecchie da sembrare abbandonate… abbandonate persino dal tempo».

Alzando una piccola nuvola di polvere, l’uomo, aveva messo da parte il libro che stava leggendo e si era messo a scorrere, seguendolo con un dito magro, l’indice di un piccolo volume in ottavo, scritto in caratteri minuscoli

«Mmmm… Sì… abbandonate dal tempo, dici…?».

L’uomo chiuse con un rumore secco il libro, e alzò appena il capo, coperto dal cappuccio a nascondergli il volto fino alla bocca. Il viandante abbassò gli occhi e non poté fare a meno di rabbrividire. Provava una netta sensazione di disagio…Un brivido di freddo? Sì, faceva freddo. Era come se il viandante avesse notato solo allora di essere vestito appena di una camicia leggera.. troppo leggera per il gelo di quell'ambiente. Eppure quando era entrato gli era sembrato che la sala fosse tiepida e accogliente. «Eppure» disse l'uomo, con voce più ferma di quello che il viandante si aspettava «il Tempo è sempre stato qui, con me… Sempre!». La sensazione di disagio era durata solo un istante ed era ora svanita. Il viandante però non abbassò la guardia: aveva abbastanza esperienza per non avere percepito il pericolo. «Non devi temere nulla in questo luogo» disse l’uomo. «Non più. Non ancora».

Togliendosi il cappuccio, l’uomo invitò il viandante a sedersi accanto al camino acceso (c’era un camino?). Adesso il viandante poteva vedere con chiarezza i lineamenti dell’uomo. Il suo volto… quello che una volta doveva essere stato un volto, era interamente coperto da una maschera… no, non era una maschera! Quello era il suo volto: una gabbia di lacrime di metallo che dal suo capo cadevano sul petto, seguendone i lineamenti. … e soprattutto, era cieco! I suoi occhi, completamente bianchi vagavano intorno ma per brevissimi, interminabili istanti, si erano soffermati sul viandante, come a scrutargli l’anima. Era forse non ancora vecchio, anche se sicuramente avanti con gli anni (oppure era ancora giovanissimo?), era magro ma agile… molto agile… e veloce. L’uomo era già seduto a fianco del viandante, in una poltrona di cuoio rosso, e aveva preso la pipa ed il tabacco. Sembrava compiaciuto che il viandante fosse con lui. «Come ti chiami? Leuconoe? Madras?».

Il viandante lo guardò sorpreso. Ma che razza di domanda era? «…no…no» rispose con una certa esitazione. «Da molto tempo li aspetto. Verranno. Del resto, loro sono già qui. Anche tu sei sempre stato qui, in una pagina di uno di questi libri. E nemmeno io mi sono mai mosso».

Nonostante il volto del suo ospite avesse suscitato in lui un moto di disgusto, il viandante aveva cominciato a rilassarsi e gli chiese: «cosa contiene la biblioteca?». «Non so con esattezza» rispose l’uomo «non ne sono sicuro… io stesso ho letto solo una piccolissima parte dei volumi di poche delle sale di questo piano». «Sono molti?» chiese il viandante? «Non più delle declinazioni dell’essere» rispose l’uomo, e per la prima volta, le sue labbra, dure e sottili, si incresparono in un sorriso. «Raccontane alcune» disse il viandante

L’uomo si versò da bere in una semplice coppa di ottone, aspirò qualche boccata di un tabacco forte e fragrante e, con una voce decisa, cominciò a narrare…

e il viandante vide!

Vide i volti, vide i colori… la pena e l’amore… sentì la musica che un violinista pazzo suonò per quattro giorni e quattro notti davanti al corpo straziato della moglie, prima di crollare a sua volta… vide un assassino celarsi nell’ombra dopo avere spezzato la vita di una bambina… vide le carezze di due amanti… sentì la puzza di sangue e di merda di un campo di battaglia squassato dall’orrore… sentì il battito del cuore di un cervo mentre fuggiva al suo cacciatore… fu la freccia che lo trafisse… Vide una regina uccisa a tradimento durante una missione di pace… vide immense torri blasfeme… vide un dio nascere dalla morte di tutti i suoi stessi fedeli…

Il viandante si riscosse e riaprì gli occhi (doveva essersi addormentato). L’uomo aveva finito da un pezzo di parlare e non sedeva più accanto a lui ma aveva ripreso a leggere. Quanto tempo era passato? Attimi? Anni?

Il viandante si alzò e, cercando di non fare troppo rumore si avviò verso la porta da cui era arrivato.

Ristese

Si voltò e, girandosi verso l’uomo,

«ancora non mi hai detto il tuo nome» disse.

L’uomo non alzò lo sguardo ma, da sotto il cappuccio, rispose

«Lo conosci già, anche se non lo ricordi: lo hai udito in ciascuno dei tuoi sogni. Io sono Tharkin».

una_presentazione.txt · Last modified: 2009/03/13 21:21 (external edit)
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