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Grayhook è il più grande, dal punto di vista geografico, dei sei baronati del Piano dell'Orchidea. Il suo potere politico, all'epoca in cui il Gruppo del Venerdì lo visitò, era drasticamente in calo.

Grayhook è una strana città costruita su più livelli, sette per la precisione, sfiluppatesi in profondità nelle viscere della terra, dei quali soltanto il quarto è controllato dal Barone. Gli altri sono in mano a bande di avventurieri, sette misteriose o, semplicemente, abbandonati (in questo caso sono le anime della notte a popolarli, i fantasmi dei vivi che furono).

Grayhook, per lo meno il livello superficiale, fu concepito, migliaia di anni prima dell'avvento del Gruppo del Venerdì, da un architetto folle di nome Hernor Akvinhe. Egli disegnò e fece erigere centinaia di altissime torri che sfidavano arrogantemente le leggi della statica, immense e storte, si poggiavano su titanici archi rampanti di pietra rossa, a loro volta costruiti su altri palazzi ciechi. E poi, ancora, costruzioni a spirale, torri che si univano in un abbraccio di pietra e leggi della fisica, piramidi al contrario, ponti sospesi che finiscono nel nulla, strane finestre di foggia misteriosa, immensi scaloni che termina nel vuoto, porte cieche.

Non è chiaro il perchè di questo immenso sforzo creativo, esso si è perso tra le nebbie del tempo ma sembra che il Barone del tempo volesse, con la magnificenza della sua città, attirare gli dei dalla profondità del Piano.

Adesso, il piano superficiale, è dominato da bande di avventurieri spietati, la notte è illuminata da sporadici fuochi sparsi per le vie della città, per il resto è buio e silenzio, spezzato dall'ululato del vento e dalle urla delle vittime. Gli edifici incombono come esseri di altre dimensioni, spettrali ed inquietanti, come solo ciò che non si capisce può essere. Vicoli e strade sporche, detriti, cadaveri e fuochi agonizzanti ai bordi delle stesse, macchie di sangue coagulato, sguardi spaventati, ombre che fuggono.

Ombre che attendono.