VVVV

personaggio di MRC

Belegorn era un elfo.

Belegorn era il Kano (comandante) del contingente di arcieri che faceva parte della colonna di armati che doveva scortare la principessa Silmiriel nei suoi viaggi. Al tempo era conosciuto come Cùril (arco lucente). Belegorn e Silmiriel si innamorano ma, mentre dopo pochi giorni Silmiriel cede alla ragion di stato e capisce che i loro amore non ha nessuna speranza, Belegorn le propone di tentare la sorte e fuggire con lui. All’appuntamento convenuto però si presenta solo un drappello di guardie reali e Belegorn viene arrestato ed incriminato per tradimento.

Dopo un breve processo in cui non gli è concessa nessuna attenuante, viene esiliato: la pena peggiore che potessere essere inflitta. La sua richiesta di poter commettere suicidio per mondare il nome della sua famiglia dall’accusa viene rifiutata.

Dopo essere stato esiliato, Belegorn ha camminato senza meta e, dopo mesi di abbrutimento, oltrepassate le montagne ad est, ha smesso di nutrirsi con l’intenzione di lasciarsi morire. Trovato esanime da una tribù nomade delle steppe al limitare del deserto che loro chiamano del Gilna-jin, viene portato dallo sciamano Hoyuk. Belegorn però non riprende conoscenza: la sua mente e fermamente decisa a lasciarsi morire. Il suo corpo però è attaccato alla vita.

Hoyuk decide quindi di far “rinascere” Belegorn a nuova vita e compie su di lui il primo rituale sciamanico della nuova vita di Belegorn: quello ella fenice. Alla fine del rituale, Belegorn è morto ed in lui nasce Yesugai.

Con questo nome viene adottato da Hoyuk e assimila in breve tempo i valori e la cultura della popolazione da cui è stato accolto. Si tratta di una cultura essenziale, non strutturata, senza alcun senso artistico e che nutre un disprezzo sordo per gli stanziali: “molli” e corrotti che hanno perso ogni tipo di legame con terra e cielo. Anche gli elfi, con la parziale eccezione dei wild e wood elf, sono considerati “molli”. I nani pur essendo stanziali non sono considerati “molli” ma non sanno apprezzare le uniche cose che costituiscono l’essenza di una vera vita: il vento, i cavalli, gli spazi interminabili su cui si è veramente liberi

cfr la presentazione di Yesugai in Una presentazione e altri elementi descrittivi negli elementi della scheda di gioco dal forum I Semi dell'Orchidea

Ma guarda un po'

Ho ripescato un frammento minuscolo della storia di Yesugai. Non mi ricordo assolutamente nient'altro a parte che era la fine del racconto riportato su “I Semi dell'Orchidea” :-(

“Fu così che per il Naadam dell’anno del Cane Yesügai, agli occhi degli uomini, divenne Mergen. Quello stesso giorno accolse l’incarico di comandare il secondo Tumen di Huyteg-Qan, il signore degli eserciti.

Alcune note

Ogni Tumen è una piccola cittadina autosufficiente. Escluse le donne esso è composto da 3500 Cavalieri, 3500 fanti e da 3000 addetti a lavori vari. Il Primo Tumen costituisce la guardia personale Huyteg. Il secondo e il terzo sono adibiti alla guerra nel mondo degli Spiriti; il quarto il quinto e il sesto sono le forze adibite alla guerra sul piano materiale. È prevista, in casi di emergenza, l’organizzazione in dieci giorni di altri quattro Tumen.1)

Caratteristivche deio popoli nomadi, legati da una stessa cultura e concezione della vita, sono l’assolutismo dispotico, il talento organizzativo, gli ambiziosi piani di conquista e la formazione di imperi su basi federative. Il nemico vinto diventa amico (assenza di pregiudizi razziali) se sposa gli interessi dell’orda.

L’ampio orizzonte della steppa orienta lo sguardo dei popoli che «tendono l’arco» verso il cielo da cui viene la pioggia per i pascoli degli armenti. Là è la sede del padre celeste onniscente. Il rapportop con la divinità è stabilito dal sacrificio degli sciamani (eremiti dotati di potere taumaturgico) che nell’estasi guidano anche le anime dei morti nell’aldilà.

Alla testa dell’orda, costituita da guerrieri liberi e di poari dignità, sta il principe (Kagan); per molti di questi prioncipi il mestiere del fabbro, dell’armaiolo, è il primo gradino della loro ascesa. Il fabbro è in relazione con glki dei che gli insegnanop la loro arte, spesso è l’eletto degli dei. L’idea di monarchia coincide spesso con l’immagine della divinità: Genghiz-Khan, «l’inviato del destino», diventa alla sua morte «il potente del cielo».

L’unico mezzo di orientamento nella sconfinata vastità della steppa è il cielo. L’universo ruota attorno alla stella polare, l’«asse del mondo», sotto il quale l’imperatore mongolico ha il suo trono, o «ombelico del mondo» (coincidenza del centro cosmologico con quello etnico). Da questa concezione deriva la missione del popolo nomade: assoggettamento e pacificazione di tutti i popoli dei «quattro angoli» (le quattro regioni del cielo).

1) Le cifre sono commensurabili alla realtà della Mongolia di Cingis-Qan
pg/yesugai.txt · Last modified: 2009/03/13 21:56 (external edit)
CC Attribution-Noncommercial-Share Alike 3.0 Unported
www.chimeric.de Valid CSS Driven by DokuWiki do yourself a favour and use a real browser - get firefox!! Recent changes RSS feed Valid XHTML 1.0