Ah, Tharkin,

quanto dolore mi arrecano le tue parole!

In un momento come questo vedo quanto mi dici come un ulteriore segno. Combatterò Tharkin, combatterò con te questa guerra suicida, perché così deve essere. Grazie, amico.

Che tu lo sappia subito. Chi ti scrive è una persona che non conosci, o che forse hai visto in trasparenza, Tharkin, non sono più la Leuconoe che conoscevi, non sono più lei. Ora hai al tuo fianco un’alleata determinata, una maga esperta, che sa quello che si deve fare, e non ha più paura di soffrire, di morire. Spero di essere all’altezza.

Quanto mi dici opprime il mio cuore, ma non affonda più nell’indifferenza, non scatena più il mio odio. Ho mille ragioni per lottare, per mettere me stessa al servizio di questa causa. La prima di esse si chiama Shatila, ed ha il volto di una bambina.

Contro i veri Dei, contro i falsi Dei. Contro coloro che le hanno ammazzato il padre, due volte. Contro coloro che le hanno ammazzato la madre, una volta, per ora. Contro chi le ha tolto la vita, ma a lei non ha dato ancora pace. Contro chi non le ha ancora reso il suo corpo.

Io combatterò. Contro gli Dei, e contro Noctifer, uno dei figli prediletti degli Dei. Ma non sarà l’odio a spingermi. No. Ma ricorda, non sarà il giuramento al Drago. Io combatterò.

il dolore annega il mio cuore, mi soffoca il respiro. Tante cose sono accadute, e Leuconoe, vaeh!, è morta. Il tempo passato nel labirinto mi ha lasciato di tempo di pensare, di capire che cosa Ë successo.

All’inizio. All’inizio, quando ho spalancato i duplici battenti della mia camera, c’è stata solo la rabbia, l’incredulità, lo stupore, e anche un poco di dolore (quello arriva sempre dopo, e non se ne va più), ma soprattutto la rabbia, la rabbia e il silenzio. E odio. Odio che cresceva sempre di più. Nell’Orchidea, dopo, si è imposta una vita precedente. Ho viaggiato senza vedere. Ho dimenticato nel combattere. Mi sono annullata, finalmente. Sono rimasta sola con il mio odio Io e Noctifer e niente altro. odio odio Mi sono avvolta nell’odio, ammantata in esso, costruita un turbante di nero odio. Ma Noctifer ha distrutto anche quello, ed allora ho potuto solo vedere. Vedere che cosa ero, che cosa mi era successo, che cosa era successo a me. Che cosa a lei. (Che cosa ad Arjim). Adesso il buio non c’è più. L’incantesimo è rotto. Di una figlia… Mi resta solo una gorgone di capelli incastonata in questo seno nuovo. Un ricamo di odio e dolore. Un serpente avviluppato sul cuore. Su un cuore nuovo in un corpo nuovo. E’ stato allora che, finalmente, è arrivato il Dolore. E sono stata sola di nuovo. mai stata così sola Sola Nella luce. nella consapevolezza.

Allora avrei voluto chiedere aiuto, avrei voluto chiamare te, Orion, Danzig. Allora pensavo: “Non ve ne andate… Siete tutto quello che mi resta. Siete la mia barriera contro l’odio. Aiutatemi. Non ho la forza di vergognarmi di chiedere aiuto. Vi prego: non ve ne andate in tutta questa luce, affilata come una nube di lame. il dolore posso sopportarlo, l’odio no. Non mi lasciate l’odio come unica ragione di vita. Vi prego.”

avrei voluto … ma le parole non sono uscite, la mia bocca è rimasta muta … muta… Ho perso la forza, Tharkin, ho perso tutto, non ce l’ho più fatta a costruirmi un guscio nuovo, a cominciare da capo.

… Carpe Diem, quam minimum credula postero … Leuconoe è morta nel labirinto. Piangi per lei. Era dolce e pavida. Era.

Non ho più potuto fare altro che guardarmi dentro, affrontare quello che provavo, che avevo sempre provato. E sono tornata me stessa. Ed altre cose sono successe, che non importa tu conosca. Ora ho vinto il terrore, ora non mi temo più (Ora temo voi, sì). Ora posso anche amare, piangere, soffrire. Sono libera, ora. Di piangere. E per questo non ci sarà pietà. Chi mi Ë stato vicino sa che non cederò più all’odio.

Sappi dunque che non permetterò che tutto finisca così. Non lascerò che il mondo sia in balia di esseri senza coscienza, e senza onore. Stupidi e crudeli come bambini. Peggiori di me. Non permetterò che accada mentre io resto indifferente.

Elkanah di Lideason da Realgar